‘Pirandello e la malattia’ di Jazmin Torrice

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“Un viaggio nel pensiero di un grande drammaturgo italiano che sfida il concetto di sofferenza e offre nuove prospettive sulla resilienza umana.”

In un periodo storico e culturale in cui si tenta più che mai di sensibilizzare sul tema della salute mentale diffondendo consapevolezza perché non sia più uno stigma sociale né un argomento tabù, l’elaborato di Jazmin Torrice dal titolo Pirandello e la Malattia, edito da Il giardino della cultura e contenuto nella collana Studiamo i Grandi si inserisce perfettamente nel contesto.

Laureata in Lettere e Culture Moderne all’università La Sapienza di Roma, l’autrice mette a frutto le proprie conoscenze su opere e autori della letteratura italiana maturate durante gli anni universitari per analizzare in maniera approfondita gli scritti e il pensiero di Luigi Pirandello, con una particolare attenzione verso il modo in cui egli affrontava il tema della malattia.

Attraverso un interessante excursus sulla vita e sulla cospicua produzione letteraria di uno dei pilastri della drammaturgia italiana del XX secolo, svisceriamo il concetto di malattia (intesa sia come disturbo fisico che come condizione mentale e psicologica) provando a dare risposta ai seguenti interrogativi: quanto la malattia può modificare la vita di una persona? E quanto, invece, la stessa persona può conviverci e modificare la maniera in cui quella malattia la vive?

La sofferenza e l’alienazione sono state delle costanti del vissuto di Pirandello: sperimentate in ambito personale a causa delle difficoltà economiche e in quello familiare per il delirio paranoide della moglie Antonietta, hanno indubbiamente trovato eco nelle sue opere più importanti come Enrico IV o Il fu Mattia Pascal.

Ma nonostante del drammaturgo ci sia stato tramandato il ritratto di un uomo amareggiato e deluso dall’esistenza umana tanto da trovare nella quiete della morte la soluzione a tutte le sue sofferenze, il libro di Jazmin Torrice ci offre un inedito punto di vista, che non elimina del tutto il Pirandello affranto e pessimista che conosciamo, ma aggiunge un nuovo strato, una nuova maschera alla sua figura: quella che lo spronava a trovare una soluzione alle disgrazie che gli si ponevano di fronte, a non arrendersi e a interrogare costantemente se stesso alla ricerca di nuovi modi per venire a capo delle difficoltà.

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